Cosa serve per una medaglia d’oro…SPECIALE OLIMPIADI
Olimpiadi di Rio 2016
Per tutti gli appassionati di Sport si tratta di uno degli appuntamenti più entusiasmanti di sempre, per gli atleti che gareggiano invece, le Olimpiadi sono il coronamento di 4 anni di duri sforzi e allenamenti.
Al momento di scrivere questo articolo, la delegazione olimpica dell’Italia ha vinto 3 medaglie d’oro: nella scherma (specialità fioretto individuale), nel tiro a volo (specialità carabina 10 metri) e nel Judo. Ma che abilità e talenti hanno dovuto sviluppare i nostri atleti azzurri in questi anni per raggiungere l’agognato obbiettivo di una medaglia d’oro? Scopriamolo insieme in questo speciale olimpiadi.
SCHERMA
Una delle caratteristiche predominanti di questa disciplina è che si tratta di uno sport asimmetrico, uno sport cioè, che vede l’utilizzo predominante di un solo arto rispetto al resto del corpo (come il tennis). Di conseguenza, bisogna partire da un allenamento che compensi il lavoro svolto dall’arto principale coinvolgendo il braccio opposto. I muscoli più sollecitati sono il quadricipite della gamba che, nella posizione di guardia, è posta davanti, ma anche tutti i muscoli degli arti inferiori sono coinvolti nei cambiamenti di direzione; e la muscolatura addominale, insieme a quella dorsale, vengono messe in gioco costantemente per ritrovare l’equilibrio.
Le doti fisiche che si acquisiscono, cioè resistenza, velocità e coordinazione, si uniscono alla velocità di reazione che serve a discriminare le varie situazioni rapidamente. Tutto questo per dire che un buon schermidore deve essere prima di tutto un buon atleta, e possedere il giusto compromesso tra prestanza fisica e tecnica.
La parte atletica viene svolta soprattutto in palestra, con attrezzi specifici per aumentare la massa di una determinata fascia muscolare (leg extension per la muscolatura degli arti inferiori per esempio); a questi, bisogna unire un po’ di pliometria, ossia una serie di esercizi atti a sviluppare la capacità di allungamento dei muscoli così da diventare più elastici, principio importante per velocizzare i movimenti.
Per ultimo, ma non per ordine di importanza, vi è la parte la tecnica di solito effettuata insieme a un maestro. Le tecniche basilari come parata, affondo, movimenti di guardia o altro vengono ripetute prima individualmente tramite gesti meccanici per aiutare l’apprendimento muscolare del corpo, poi con combattimenti di prova fra schermidori per applicare la singola tecnica in contesti di confronto “reali”.
TIRO A VOLO
Delle discipline trattate in questo speciale olimpiadi, il “tiro a volo” rappresenta la predominanza dell’aspetto mentale su quello fisico. Non fraintendeteci, i campioni del Tiro in tutte le sue specialità hanno spesso un solido aspetto fisico, questo perché il brandeggio del fucile, l’imbracciatura, il rinculo all’atto dello sparo e perfino la resa balistica dell’arma sono fortemente influenzati dalla fisicità del tiratore; ma per poter eccellere in questo sport la resistenza fisica deve essere al servizio della concentrazione mentale.
Dunque, l’attenzione è la capacità di un individuo di concentrarsi su un determinato stimolo (poniamo un “piattello”), riducendo il più possibile la quantità di informazioni inutili allo scopo. La concentrazione è lo stato mentale successivo all’attenzione, uno sforzo che richiede molte più risorse mentali.
Allenare la concentrazione significa controllare i processi motori di pensiero, dirigere e mantenere l’attenzione su di un compito per una corretta esecuzione incrementando le capacità di
- selezionare gli stimoli su cui focalizzare l’attenzione, escludendo quelli irrilevanti.
- dirigere l’attenzione al momento opportuno verso le informazioni pertinenti.
- mantenere l’attenzione sugli stimoli rilevanti.
Pertanto, quello che in apparenza sembra un semplice meccanismo di causa-effetto (percezione del piattello – fucilata), in realtà è il risultato di una serie di elaborazioni mentali che, a partire dalla percezione dello stimolo (piattello in uscita), si concludono con la risposta dell’atleta (il Tiratore che spara).
L’affinamento e la gestione volontaria della capacità di concentrazione vengono sviluppate attraverso il training propriocettivo e le procedure di rilassamento, andando così a costituire un insieme di abilità che un campione di Tiro a volo deve perfezionare per poter emergere in questo sport.
JUDO
Se il Tiro a volo poteva essere considerato come il predominio della mente sul corpo, il Judo ne è l’esatto speculare; uno sport che vede nella potenza cinetica di due masse in movimento, nello sviluppo di schemi motori statici e dinamici, e nella spazialità che assume il corpo con l’ambiente circostante, i suoi tratti caratteristici.
Come la maggior parte degli sport da combattimento, gli atleti devono rientrare in determinate categorie di peso.
Ciò sta a significare che oltre una preparazione improntata sul miglioramento delle prestazioni muscolari, circolatorie e respiratorie, bisogna lavorare anche sulla variazione di peso, cercando di raggiungere un equilibrio, per quanto corretto possibile, tra massa magra e massa grassa. Quando un atleta di Judo si prepara per una gara professionistica, cercherà sempre di rientrare nella categoria di peso “più bassa” che la propria fisicità gli permette.
A una preparazione fisica svolta prevalentemente in palestra, si affianca quindi una dieta alimentare bilanciata e strutturata ad hoc secondo le esigenze del judoka. Per quanto riguarda la preparazione muscolare bisogna pianificare tutto l’allenamento in base alle date di gara e alla preparazione tecnica, in primis ad essere allenata è la forza massimale, dopodiché valutare attentamente in base alle caratteristiche tecniche dell’atleta, se bisogna aumentare più la forza massimale piuttosto che la forza esplosiva o viceversa tenendo conto che sono inversamente proporzionali e cioè che all’aumentare dell’una diminuisce l’altra.
In ultimo, e qui si capisce come il judo abbia molte similitudini con la scherma, vi è la parte più propriamente tecnica. In questo caso si tratta di tecniche di proiezione da usare per sbilanciare l’avversario e farlo cadere al suolo; sono più di 40 e devono essere allenate con costanza sia in modo offensivo, che difensivo.
Vogliamo ricordare che questo speciale olimpiadi non si prefigge lo scopo di trattare in maniera esaustiva gli sport in questione, ma solamente di restituire un’idea della preparazione, della complessità e dello sforzo necessario per poter competere ai più alti livelli mondiali.
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